Mai come ora, nell’esercizio del Project Management, l’assioma “natura non facit saltus” (la natura non fa salti – Leibniz) ha perduto ogni senso. La pandemia da Covid-19 rappresenta, per invasività e globalizzazione, un elemento di discontinuità inesplorato per chiunque si trova in età lavorativa, in ogni parte del mondo industrializzato.
Una rivoluzione in pochi mesi
Sono passati nove mesi dall’ultima volta che qui in Fandis abbiamo preso un aereo per incontrare un cliente, azione che oggi sarebbe quantomeno singolare, persino impossibile verso alcuni Paesi, dove prima eravamo di casa. Dopo una settimana da quel viaggio è cambiato tutto: lockdown, smart working, appuntamenti cancellati, eventi fieristici convertiti in webinar, mansioni ridistribuite, componenti (diventati improvvisamente introvabili sul mercato) sostituiti.
Poi, ad ottobre è arrivata la “seconda ondata” diffusasi in modo ancora più esteso, fino a toccarci da vicino. Sfidiamo il più bravo compilatore delle pagine sul risk-management a dimostrare di aver considerato uno scenario come questo, in un progetto pianificato nel 2019.
Le domande sul futuro
Hanno allora ragione i fautori della superiorità dell’imponderabile e dell’imprevedibile? Quelli “che ci vorrebbe la sfera di cristallo”? Possiamo solo arrenderci ed attendere che finisca? Come si fa a costruire e mantenere un clima di serenità, quando si lavora nell’incertezza? Impostare e mantenere un piano di avanzamento nel dedalo di mutazioni della domanda, dell’offerta, ma anche dei costi dovuti dalle improvvise disposizioni sanitarie?
Torniamo quindi ancora a pensare a cosa succede in natura, quando avvengono salti quantici come questo e non ci sembra più così vero che “natura non facit saltus”. Secondo la teoria evoluzionistica di Charles Darwin, non è la più intelligente delle specie quella che sopravvive e non è nemmeno la più forte. La specie che sopravvive è quella che è in grado di adattarsi e di adeguarsi meglio ai cambiamenti dell’ambiente in cui si trova, in una parola: flessibilità.
Adattare il Project Management
È il momento di essere creativi ed innovativi, sperimentare nuovi strumenti di lavoro, valutarne l’efficacia, selezionarli e perfezionarne l’uso perché nel frattempo, la tecnologia ci è venuta in aiuto. Software, fibra, tecnologie di compressione di suono e video, offrono opportunità operative alla portata di tutti che, solo pochi anni fa richiedevano spazi e strumenti dedicati.
- La videoconferenza, in poche settimane è diventata uno strumento fruito da tutta la filiera. Facciamo incontri di progetto azzerando i tempi di spostamento presso clienti e fornitori. Davanti alla webcam manteniamo comunque la comunicazione vis à vis a tutti i livelli, dalla propria scrivania o da casa.
- Nei singoli gruppi di lavoro, strumenti software di ticketing web-based, che prevedono condivisione per tutto il gruppo di lavoro di file, “chat” e reporting, tengono viva l’attenzione sugli obiettivi di scadenza per ogni progetto.
- In R&D, specialmente nel nostro laboratorio, la limitazione alla compresenza ci induce ad ottimizzare le interazioni nel gruppo. Anche chi è normalmente addetto alla gestione o alla documentazione, si cimenta direttamente nello svolgimento di prove tecniche, consolidando e rinnovando così le proprie conoscenze attraverso l’esperienza diretta.
- Webinar e workshops hanno visto tecnici e venditori nel ruolo non abituale di relatori, offrendo loro un ampliamento della visibilità e della soddisfazione personale.
Questa pandemia ha senza dubbio turbato profondamente noi essere umani e i nostri equilibri. Ma Darwin ci direbbe che ci ha anche dato la possibilità di uscire dalla nostra zona di comfort, permettendoci di adattarci, e rendendo possibile quello che prima ci sembrava impossibile. E quando tutto sarà finito, torneremo… al futuro.
Per altri articoli sui nostri prodotti sulla quadristica, riscaldamento, refrigerazione o a carattere generale, vi invitiamo a consultare il nostro blog, oppure veniteci a trovare su fandis.com.
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