Come abbiamo già visto parlando di dissipazione termica degli armadi elettrici, il primo passo per la gestione climatica efficace ed efficiente del quadro elettrico è il corretto dimensionamento del sistema.
Dimensionamento nella gestione climatica del quadro elettrico
Un impianto sottodimensionato non è in grado di garantire le condizioni desiderate, ma anche un progetto cautelativo, o sovradimensionato, non funzionerà mai al 100% delle sua potenza nominale, risultando quindi inefficiente e sottoposto a usura anomala, per le frequenti accensioni e spegnimenti del sistema di gestione climatica.
Occorre quindi definire un adeguato metodo di regolazione che vada di pari passo con la scelta e il dimensionamento del sistema di climatizzazione. In genere, i sistemi raffrescati da un condizionatore sono dotati di un regolatore elettronico che, oltre a controllare la temperatura ambiente, svolge la funzione di ritardo anticiclico all’accensione del compressore. Per i sistemi raffrescati attraverso gruppi filtro invece, i dispositivi elettromeccanici rappresentano la soluzione più diffusa.
I transitori della temperatura o dell’umidità sono generalmente lenti e il controllo ON/OFF basato su soglia con isteresi è quasi sempre adeguato, anche se con inevitabili effetti di overshoot o di undershoot dovuti all’ampiezza del differenziale di termostati e igrostati tradizionali, impostati di fabbrica.
I progressi dell’automazione industriale nella gestione climatica dei quadri elettrici
L’automazione industriale sta vivendo un’esponenziale crescita di complessità degli armadi a bordo macchina. Il fenomeno è spiegato sia dalle esigenze di integrazione di discipline differenti all’interno di un unico impianto (automazione, sicurezze funzionali, interconnessione), sia alla disponibilità di nuove generazioni di controlli (PLC o IPC) e dispositivi di attuazione. Il confronto con i quadri a bordo macchina più datati mostra un colossale salto generazionale che, all’aumentare della complessità del sistema, vede accrescere anche le esigenze di accuratezza e di personalizzazione del controllo climatico.
Da tempo esistono sul mercato termoigrostati elettronici che, come confermano analisi comparative di laboratorio, offrono interessanti miglioramenti delle prestazioni in termini di accuratezza della misura e rapidità di risposta rispetto ai dispositivi tradizionali. Tuttavia, la sola migrazione da una tecnologia all’altra non ha alcun senso se non ci si pone l’obiettivo di ottenerne i massimi benefici, estendendo il concetto direttamente alla “meccatronica” ottenendo:
- trattamento contemporaneo di segnali provenienti da più sensori, sia fisici sia virtuali (basati sulla correlazione di misure diverse);
- isteresi programmabile in funzione del carico termico del quadro;
- semplificazione dei cablaggi;
- supervisione dell’efficienza degli attuatori e manutenzione predittiva;
- registrazione di dati misurati e di eventi (allarmi e valori di picco);
- accessibilità ai bus di campo e interoperabilità;
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