Cosa sono i POP?
POP è l’acronimo che identifica gli inquinanti organici persistenti (POP = Persistent Organic Pollutants), ovvero quelle sostanze organiche che permangono nell’ambiente, accumulandosi negli organismi viventi, come piante o animali, anche attraverso la catena alimentare.
I POP possono essere trasportati via aria o acqua, o dai fenomeni migratori, raggiungendo regioni o nazioni in cui non sono mai stati prodotti o utilizzati, o in cui l’utilizzo è normato o vietato. Per questo motivo rappresentano un rischio per la salute e per l’intero ambiente, e già a partire dalla Convenzione di Stoccolma del 2001, alla quale hanno partecipato 181 Paesi di tutto il mondo, si è ritenuto necessaria una gestione internazionale dei rischi correlati, altrimenti ingestibili a livello locale.
Attualmente, le sostanze chimiche identificate come POP comprendono:
- pesticidi (come il DDT)
- prodotti chimici industriali (come i bifenili policlorurati, che sono stati ampiamente utilizzati nelle apparecchiature elettriche, i ritardanti di fiamma bromurati, le cloroparaffine SCCP usate come ritardanti o plastificanti o il PFOS, molecola perfluorurata)
- sottoprodotti non intenzionali formatisi durante processi industriali, degradazione o combustione (come le diossine, e i furani o i policlorobifenili PCB).
Qualsiasi membro della Convenzione di Stoccolma, compresa l’UE, può proporre che venga aggiunto un nuovo inquinante organico persistente agli allegati della Convenzione, trasmettendo le proprie proposte alla Commissione europea, almeno per quanto riguarda la nostra area di interesse. Il Comitato di Esame sui POP (POPRC), un organismo di esperti previsto dalla Convenzione di Stoccolma, valuta quindi le proposte presentate e, in base ad alcuni criteri di controllo, avvia una raccolta di informazioni su scala mondiale per valutare ulteriori pericoli, rischi, impieghi ed esposizioni. Infine, il comitato di esame decide se è giustificata un’azione globale sulla sostanza e formula una raccomandazione ufficiale sull’inserimento della sostanza nell’elenco della Convenzione.
Cosa prevede il regolamento sui POP?
Il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno tradotto gli impegni assunti nel 2001 in una normativa unica, il cosiddetto Regolamento POPs, che attualmente è il Reg. (UE) n.2019/1021, che ha superato lo storico Reg. (CE) N. 850/2004.
Per alcune di queste sostanze esiste già il divieto assoluto di produzione o utilizzo, per altre invece sono previste delle limitazioni, a condizione che il loro contenuto residuo nel prodotto finito sia inferiore a una certa soglia, riducendo al minimo l’emissione nell’ambiente di POP costituiti da sottoprodotti industriali, e garantendo, infine, lo smaltimento ecologicamente corretto e in sicurezza dei rifiuti costituiti o contaminati da POP.
Il ruolo dell’ECHA
L’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche ECHA contribuisce a individuare e proporre nuovi POP, raccogliendo le informazioni fornite dagli Stati membri dell’UE, tratta i fascicoli in materia di sostanze chimiche dell’industria, verificandone la conformità alla normativa.
L’attenzione dell’ECHA si concentra sulle sostanze più pericolose, soprattutto quando potrebbe essere necessaria una gestione più severa dei rischi per proteggere le persone e l’ambiente.
In settori specifici, adotta in autonomia le proprie decisioni, mentre in altri casi, fornisce pareri e consulenza alla Commissione europea per promuovere nuove norme.
Qual è la sanzione per la violazione del regolamento POP?
Purtroppo allo stato attuale, a differenza di quanto previsto per la violazione del regolamento REACH, che riguarda non solo i POP ma tutte le sostanze utilizzate nei processi industriali o di uso quotidiano, ad esempio i prodotti per la pulizia o le vernici, come pure quelle presenti in articoli quali indumenti, mobili ed elettrodomestici, non esiste un decreto in Italia che preveda sanzioni in caso di violazioni del Regolamento.
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