Chiavette USB, hard disk, server, cloud… tutto serve per immagazzinare e conservare nel tempo i dati e i loro backup. Sì, ma per quanto tempo? Anche se virtuali, i dati hanno bisogno di un sacco di spazio fisico: il Utah Data Center, per esempio, è il più grande centro di raccolta dati del pianeta, usato anche a scopi militari, e occupa una superficie di 100.000 metri quadri. Non ci si stupisce se, quindi, scienziati e informatici di tutto il mondo stiano lavorando alla ricerca di nuovi metodi e supporti per immagazzinare i dati e conservarli inalterati nel tempo.
Qui, vi presentiamo 5 idee, che potrebbero sostituire o integrare i classici metodi di archiviazione nel futuro.
Dischi di vetro 5D
Si tratta dell’archiviazione di dati in cinque dimensioni, incorporati in nanostrutture all’interno di dischi di vetro. Un gruppo di ricerca presso l’Università di Southampton ha creato un prototipo in grado di contenere 360 terabyte di dati e di resistere al calore fino a 190°C. Il team ritiene che questa invenzione potrebbe essere utilizzata per conservare i dati fino a 13,8 miliardi anni (più o meno, il tempo trascorso dal Big Bang a oggi) perché, a differenza di CD e DVD che contengono i dati sulla superficie e sono inclini a graffi, i dischi di vetro 5D proteggono le informazioni all’interno della loro struttura. Hitachi, dal canto suo, ha già sperimentato questa tecnologia nel 2012.
Data center subacquei
Non è una novità che Microsoft ha tonnellate di dati da tenere al sicuro, e l’anno scorso il gigante tecnologico ha iniziato a sperimentare una “nuvola” sott’acqua. Il Progetto Natick consiste nel chiudere server di dati in un enorme capsula a tenuta stagna, per poi depositarla sui fondali nell’Oceano Pacifico al largo della costa di Washington. Dopo un periodo di prova di due mesi, il contenitore in acciaio da 38.000 chili è stato riportato in superficie, dove il suo contenuto – un data center con la potenza di calcolo di 300 personal computer – erano ancora belli asciutti. Se il progetto funziona, come sembra, Microsoft potrà un giorno installare una serie di data center subacquei, ma per ora sembra non ci siano piani precisi.
Grattacieli in Islanda
Ancora in fase di concept, un colossale grattacielo d’archiviazione è stato progettato per essere collocata in Islanda, dove lo spazio sembra non mancare. L’edificio agirebbe come una scheda madre cilindrica gigante con un centro cavo, consentendo un ricircolo d’aria naturale per evitare il surriscaldamento dei server. Le infrastrutture energetiche rinnovabili del Paese permetterebbe alla torre di essere alimentata al 100% da energia pulita. Il design della struttura ha vinto il terzo posto al concorso 2016 eVolo Skyscraper, anche se non si può ancora dire se diventerà mai realtà.
Miniere abbandonate
Mentre molti ricercatori lavorano allo sviluppo di nuovi dispositivi di archiviazione dati, altri sono alla ricerca di posizioni migliori per mettere i server. Alcuni dicono che la risposta è proprio sotto i nostri piedi, per così dire. Miniere di calcare abbandonate in tutto il mondo potrebbero essere adattate a sedi perfette per data center sotterranei. Questi possibili centri di archiviazione dati avrebbero un livello costante di temperatura e umidità – due requisiti indispensabili per la conservazione dei dati e per l’abbattimento dei consumi energetici richiesti per la ventilazione.
DNA
Sì, lo stesso DNA che costruisce il nostro patrimonio genetico.
Uno dei grandi vantaggi del DNA, infatti, è l’impressionante mole di informazioni che può immagazzinare: in un millimetro cubo potrebbe essere archiviato un exabyte, l’equivalente di un miliardo di gigabyte, di dati. Altro aspetto da non sottovalutare è la sua resistenza: si stima che una sequenza possa rimanere intatta e leggibile anche per migliaia anni, un periodo impensabile per qualsiasi altro sistema di memoria utilizzato oggi. Microsoft ha recentemente dimostrato interesse verso questa molecola: l’azienda ha infatti intenzione di acquistare 10 milioni di sequenze di nucleotidi da una startup californiana per studiare un nuovo sistema di immagazzinamento delle informazioni digitali.
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