Se conoscete la nostra linea di led Lumeis, sapete che la luce è un argomento che ha destato sinceramente il nostro interesse!
Per questo, ci ha entusiasmato la notizia di un grande passo compiuto nella produzione dei primi tessuti luminescenti da parte di un gruppo di ricercatori della Fundan University e dell’Università della California a Los Angeles.
Tra le possibilità offerte finora, gli OLED (diodi organici a emissione di luce), che hanno permesso la produzione di monitor flessibili e schermi piatti, erano dotati di un’alta potenza di funzionamento, poco idonea all’uso in dispositivi indossabili, mentre le fibre ottenute usando i PLEC (polimeri elettrochimici luce-emittenti) non potevano raggiungere la lunghezza adeguata alle possibili applicazioni, oltre alla difficoltà a integrarle nei tessuti.
Nell’articolo, pubblicato su Nature Photonic, Qibing Pei, uno di pionieri della ricerca in questo campo, e i suoi colleghi, descrivono invece una tecnica per produrre fibre luminescenti che superano gli ostacoli appena citati.
Per ottenere questa nuova fibra si parte da un filo di acciaio del diametro di appena 127 micron, intorno al quale viene creato un rivestimento di PLEC, formato da tre strati: uno di nanoparticelle di ossido di zinco, uno strato luminescente e un nanotubo di carbonio che funge da anodo trasparente.
Grazie alle proprietà di trasferimento di elettroni dell’ossido di zinco, quando viene applicata una tensione tra il filo di acciaio che fa da catodo e il nanotubo che fa da anodo, il filo inizia a generare luce, capace di raggiungere la massima luminosità nel giro di pochi minuti.
Queste fibre luminescenti sono abbastanza flessibili da poter essere integrate nei diversi tessuti, senza perdere le loro capacità luminescenti, anche se l’ultimo ostacolo da superare è l’aumento della loro stabilità di funzionamento. Allo stato attuale, infatti, una volta raggiunta la luminosità massima, questa inizia lentamente a scemare…
Se pensate già di rinnovare il vostro look, dobbiamo però informarvi che, nei prototipi realizzati finora, la luce emessa è solo gialla o blu, ma i ricercatori spiegano che, con alcune variazioni nel metodo di preparazione, sarà possibile ottenere presto anche altri colori.
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